Il Time to first byte, ossia il tempo trascorso per ottenere una risposta con il primo byte dal server che ospita il tuo dominio e quindi il tuo sito web, è attualmente un argomento di diffuso utilizzo per spiegare in parole molto spicciole il motivo essenziale per cui un sito non rientra in una classifica soddisfacente nel reame del più grande motore di ricerca del mondo.
Spesso, chi ne parla e ne diffonde l’argomento è l’improvvisato ingegnere di rete che ha l’abitudine di utilizzare applicazioni online che ne misurano la latenza e quindi il tempo di risposta e/o LAG .
Tuttavia, è bene fare chiarezza delle numerose variabili legate al tempo di risposta, e velocità ( che non sono la stessa cosa ) di un sito web, e di un server, differenziando la verifica da “applicazione online” da quella fatta dal nostro amato device, che sia un PC, Notebook, Tablet o Smartphone.
Test eseguito da Applicazione online
Quando il test viene eseguito da una applicazione online, sono da considerare le seguenti variabili ai fini della misurazione della risposta in relazione alla latenza :
- Dove si trova il server del dominio che ospita l’applicazione online rispetto al server oggetto del test ? (uno dei miti da sfatare è che la distanza conta pesantemente)
- Dove si trova il server DNS che gestisce le richieste della applicazione online rispetto a tutti i server DNS della catena, fino a destinazione e infine al server DNS che gestisce il dominio oggetto della richiesta ?
- Che carico di lavoro ha il server DNS che gestisce le richieste della applicazione online nell’esatto momento in cui fai la TUA richiesta ?
- Che carico di lavoro hanno tutti i DNS server della catena, fino a destinazione ed infine al server DNS che gestisce il dominio oggetto della richiesta nell’esatto momento in cui fai la tua richiesta ?
- Quale carico di lavoro ha il server che ospita il dominio che a sua volta ospita l’applicazione online in quel determinato momento ?
- Quante richieste del medesimo test, il server che ospita l’applicazione online sta gestendo in quel determinato momento ?
- Quale banda disponibile hanno tutti i DNS server della catena al momento in cui viene fatta la richiesta ?
- Quale banda disponibile hanno in questo momento sia il server che ospita l’applicazione online e il server che ospita il dominio oggetto della richiesta ?
- Dell’intera catena dei DNS fino a destinazione, i server sono tutti in perfetta efficienza? e che dischi hanno per rispondere da loro database? hanno tutti lo stesso database con gli stessi tempi? hanno lo stesso gestionale per il DNSserver? hanno gli stessi fornitori di rete?
- Possono essere sempre gli stessi DNS della catena a dare risposta per tutti i domini interrogati ? (NO)
Queste sono molte delle variabili di assoluta importanza che definiscono la latenza e quindi tempi di risposta.
Una particolarità di cui il dato è da considerarsi importante è che la maggior parte di queste applicazioni online si trovano negli USA e molti server interrogati si trovano invece in Europa.
Significa di per se, ottenere un valore di latenza molto alto in europa rispetto ai server siti negli USA che però non rispecchia la realtà di chi interroga un dominio dall’Europa, in europa .
Consideriamo anche i domini che utilizzano metodi per avere una migliore diffusione e quindi una maggiore risposta in termini di velocità dei DNS in quanto usano DNS Anycast e/o terzo e quarto server DNS siti nel continente americano o più continenti.
Google ha server DNS sparsi in tutto il globo. Il tuo sito web ha 2 server DNS nel territorio nazionale, nella stragrande maggioranza dei casi nello stesso edificio e nella stessa macchina. L’intera struttura DNS di google ha un costo di diversi milioni di dollari . L’hosting del tuo dominio ha un costo di qualche centinaio di euro.
Test eseguito da applicazione locale
Eseguento il test da una applicazione locale, installata quindi sul proprio PC, Notebook, Tablet, Smartphone è importante considerare, oltre a quelli già sopra citati, anche quelli seguenti :
- Che tipo di connessione utilizza il device, wifi o cablata, fibra ?
- Quale banda disponibile in quel momento tra ISP e device ?
- il DNS ISP e quindi successivamente anche la catena di percorso fino a destinazione, carico di lavoro? tempi di risposta di default?
Pertanto, cosa risulta da questi dati, certamente risulta che il dato fornito sia dalla applicazione online che dalla applicazione locale non può essere assolutamente un metro di misura per determinare l’efficienza di un Server o un dominio.
Abbiamo elencato le variabili più importanti, tuttavia ce ne sono altrettante meno importanti che assiemate tra loro ne aumentano considerevolmente latenza e quindi risposta.
Consigli
Non cercare di misurare il TTFB di Google, da applicazioni online, quelle applicazioni sono site in server USA e la maggiorparte di loro sono server di proprietà google. Misurereste la latenza dal rack 2 al rack 300 siti nello stesso edificio.
Non dare per assoluto che un server con una risposta di 2 secondi possa essere penalizzato per indicizzazione da google rispetto ad altri server/domini più veloci.
Di default Google da priorità ai suoi server in quanto venditore di hosting. Google non favorisce chiunque non paghi un suo server o non paghi una campagna ADV by google e questo è naturalmente ovvio e corretto.
Ci sono molti modi per migliorare il tempo di risposta, il modo in cui viene strutturato il sito web è uno di quelli. Un VPS invece di un hosting condiviso è una ulteriore soluzione, un intero server dedicato, IP dedicati e banda minima garantita, dedicata. I costi sono certamente diversi, molto superiori tra loro.
Il Cliente non abbandona il tuo sito web perchè il tempo di caricamento è stato di 1,8 secondi invece di 0.7 secondi. Lo abbandona perchè non ha interesse in quello che vede, per un milione di motivi o anche soltanto uno.
Se il tuo sito web non è nella prima pagina di google è perchè non hai pagato abbastanza la sua sponsorizzazione rispetto ai tuoi competitor/brand, magari con maggiore reputazione e attività in rete. Google non è un ente di beneficenza e naturalmente favorisce chi paga il suo servizio di diffusione.